
Elon Musk e il Visioning come Business Strategy
- On 15 January 2016
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Scrivere qualcosa che non sia già stato detto su Elon Musk non è cosa semplice. Riflettendo su di lui e su quanto ha realizzato come imprenditore, penso che Musk possa essere considerato, come tutti i personaggi di rottura, divisivo, in pratica qualcuno che “ami” o che “detesti”. Ebbene, a me invece lui sembra unico anche tra questo tipo di persone speciali, in quanto puoi sia “amarlo” per le sue imprese, che “detestarlo” per i suoi atteggiamenti e le sue dichiarazioni.
Elon Musk è stato giustamente accostato ad altri personaggi “estremi” come Steve Jobs e Richard Branson, per la leadership, l’innovazione, la capacità di irrompere in maniera impattante in uno o più settori; ma Musk si spinge, se possibile, oltre.
In tutte le sue imprese Elon Musk va sempre oltre la logica dei numeri, si lancia esclusivamente in imprese impossibili, capaci di selezionare e affascinare solo investitori, sponsor che amano le sfide e/o che hanno molti mezzi finanziari e desiderio di enormi ROI.
Imprese che attivano i sogni, gli entusiasmi, l’adrenalina di eserciti insospettabilmente numerosi di fan coinvolti in modo diretto o indiretto con e per Musk.
Oltre a questi comprensibili vantaggi, il pifferaio magico Musk spinge le sue aziende nel terreno del too big to fail e genera aspettative enormi sia nel grande pubblico che negli investitori, al punto di far accettare molti anni di perdite prima di vedere utili.
Prendete Tesla Motors, noi non sappiamo se avrà davvero successo nonostante il barile di petrolio a soli 40 $ e la prevedibile controffensiva delle grandi case automobilistiche, ma sappiamo, numeri alla mano, che pur producendo circa 50.000 auto all’anno, Tesla vale nel mercato la metà di BMW, che di auto ne produce oltre 30 volte di più.
Musk ha portato a sistema il visioning, andando in terreni inesplorati e difficilissimi, e per questo occupati da lui in modo esclusivo. Ne dichiara l’alto rischio, filtrando da subito i suoi compagni di ventura tra chi sa già a cosa andrà incontro e che non gli potrà imputare nulla in caso di fallimento. Terreni che si possono affrontare solo con investimenti multimiliardari. Musk non fa quello che fa per il profitto, considerato da lui un vecchio paradigma del fare impresa, ma lo fa remunerando chi lo supporta con il viaggio e con l’obiettivo più alto, cambiare il mondo.
Peraltro, Tesla Motors, un primo obiettivo importante l’ha già ottenuto, è entrata nel mirino di alcune importanti case automobilistiche, che non la snobbano più, ma anzi la considerano una minaccia, e che per questo stanno accelerando gli investimenti per produrre vetture che entrino in concorrenza diretta con i modelli di Tesla.
Non interessa in questa sede dettagliare degli altri progetti di Musk, SpaceX e Hyperloop Transportation Technologies, si tratta di fotocopie di Tesla Motors, ovvero imprese “impossibili”.
Musk si rivela come il maestro ineguagliabile del visioning, attraverso il quale concepisce e affronta imprese irrealizzabili, ma proprio per questo le uniche capaci di calamitare immense risorse finanziare, concedere tempi lunghi per la loro realizzazione e diventare paradossalmente probabili.
Francesco Orlando
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